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DESCRIZIONE

La Tonnara di Avola: Un Viaggio Attraverso il Tempo

La Tonnara di Avola, situata nel borgo marinaro omonimo e proprietà della famiglia Loreto, vanta una storia che affonda le sue radici nel XVII secolo. Costruita nel 1633, era conosciuta come “Tonnara del fiume di Noto” per la sua vicinanza alla foce del fiume Asinaro, in un’area nota come “Balata”. La sua posizione strategica, nel cuore della costa meridionale siracusana bagnata dal Mar Ionio, la rese un centro nevralgico per la pesca del tonno, un’attività che ha segnato profondamente l’economia e la cultura locale per secoli.

La Tonnara di Avola non era solo un luogo di pesca, ma rappresentava un vero e proprio complesso industriale. Oltre alla struttura principale dove avveniva la mattanza e la lavorazione del tonno, sorgevano magazzini, capannoni per la conservazione del pescato e perfino una ciminiera, simbolo dell’adeguamento ai tempi dell’industrializzazione. Intorno alla Tonnara si sviluppò un vivace borgo marinaro, il primo nucleo abitativo dell’odierna Avola. Nato prima del terremoto del 1693 che distrusse la città sull’altipiano, il borgo di “Mare Vecchio” conserva ancora oggi l’atmosfera autentica dei villaggi di pescatori siciliani. In un primo momento la tonnara appartenne al demanio marittimo. Questo, retto da una regia corte, la dava in affitto a chi ne faceva richiesta, versando una somma di denaro. In seguito venne affittata e acquistata da diverse famiglie. Nel 1700 la tonnara venne venduta dalla baronessa Anna Conforto alla famiglia Tornabene. Risalgono a questo periodo alcuni interventi di restauro e miglioramento. Si aggiunsero anche un palazzo utilizzato come residenza dei signori che la avevano in gestione e una piccola chiesa. Altre famiglie si affiancarono ai Tornabene negli anni seguenti. La tonnara era inoltre dotata di una chiesa, a testimonianza del profondo legame con la religiosità e le tradizioni del popolo siciliano.

 

Le Fabbriche della Tonnara

Le fabbriche della Tonnara di Fiume di Noto, sorte nel XVII secolo, raccontano una storia affascinante di ascesa, caduta e rinascita, intrecciata con le vicende storiche e le attività produttive legate alla pesca del tonno.

Dalle Origini alla Distruzione

  • 1655: La costruzione dei magazzini segna l’avvio delle attività della tonnara.
  • 1660: Le fabbriche, efficienti e produttive, diventano il cuore pulsante dell’industria tonnarola.
  • Fine Seicento: Incendi e mareggiate, aggravati dal terremoto del 1693, distruggono le strutture originarie.

Ricostruzione e Sviluppo

  • 1726: Ludovico Tornabene avvia la ricostruzione, edificando officine, un palazzo e una nuova chiesa.
  • XVIII secolo: Le attività riprendono vigore, con interventi di manutenzione e migliorie apportate dai gabellanti.
  • Primi Ottocento: Un nuovo spostamento degli impianti a Avola rende necessario ricostruire ex novo i caseggiati.

Novecento e Oltre

  • Inizio Novecento: L’avvocato Carlo Loreto ristruttura il complesso, conferendogli l’aspetto attuale.
  • XX secolo: La tonnara subisce un graduale declino, fino alla sua chiusura definitiva.
  • Oggi: Le fabbriche, restaurate e valorizzate, ospitano attività culturali e turistiche, tra cui un museo dedicato alla storia della tonnara e alle tradizioni marinare.

Un Invito a Scoprire

Le fabbriche della Tonnara di Avola rappresentano un patrimonio storico e culturale di inestimabile valore. Visitare questo luogo significa immergersi in un’atmosfera ricca di storia, tradizione e fascino, rivivendo i fasti di un’epoca fiorente e scoprendo i segreti dell’antica arte della pesca del tonno.

La Loggia: Un Gigante tra le Onde

Una struttura grandiosa, circondata per tre lati dal mare, che fungeva da cuore pulsante della tonnara. Ampliata durante l’estate con un recinto coperto per l’essiccazione delle interiora dei tonni.

Un arco a tutto sesto sul lato opposto, unico sopravvissuto, permetteva il ricovero delle barche durante l’inverno. Tracce del passato: fino a 15 anni fa, erano ancora visibili gli scieri (binari per il traino dei tonni) e le barche usate per il trasporto.

 

Un Compendio di Edifici

Sul lato sinistro della loggia, una serie di edifici si susseguono, segnati dal tempo e dalla vegetazione spontanea. Seminterrati sotto l’abitazione del padrone: depositi di carbone e sale.

Lo stabilimento: riconoscibile per l’impianto regolare e la lunga ciminiera.

Dalla Pesca alla Conservazione: L’Evoluzione della Tonnara

Gli opifici risalgono agli inizi del Novecento, quando iniziò la lavorazione sott’olio, diretta dal genovese Diana. Una produzione conserviera modesta (circa 10 quintali al giorno) che non ebbe grande rilevanza economica. L’obiettivo primario era la pesca e la vendita all’ingrosso, con accordi pre-stagionali con acquirenti catanesi. Il pescato in eccedenza veniva lavorato nello stabilimento.

Declino e Crisi

Nel 1948, la tonnara entrò in piena crisi, con riduzione del personale e chiusura dell’inscatolamento e la Tonnara di Avola cessò la sua attività nel secondo dopoguerra, intorno al 1950. Da allora, il complesso è stato vittima di incuria e abbandono, subendo i colpi del tempo e delle mareggiate. Oggi, la struttura versa in pessime condizioni di conservazione ed è accessibile solo esternamente.

Nonostante lo stato di degrado, la Tonnara di Avola rappresenta un prezioso patrimonio storico, culturale ed archeologico. Anche se l’accesso all’interno della Tonnara è sconsigliato a causa del pericolo di crolli, è comunque possibile ammirare l’imponente struttura esterna e passeggiare tra i resti del borgo marinaro. Questi offrono un’affascinante finestra sulla vita e le attività legate alla pesca del tonno in Sicilia. Diverse iniziative mirano al recupero e alla valorizzazione della Tonnara, con l’obiettivo di renderla nuovamente fruibile al pubblico e trasformarla in un luogo di memoria, cultura e turismo.

Un Patrimonio da Valorizzare

La loggia e gli opifici della tonnara di Avola rappresentano una testimonianza tangibile del suo glorioso passato. Nonostante i segni del tempo e dell’abbandono, conservano un fascino unico che racconta storie di lavoro, ingegno e tradizione. La loro valorizzazione attraverso interventi di restauro e recupero permetterebbe di restituire alla collettività un pezzo prezioso della sua memoria e identità.

Le Cialome: Un’Eco Antica Risuona nella Mattanza

Le Cialome: Canti di Lavoro e Preghiera

Le Cialome sono canti popolari siciliani che affondano le loro radici nella notte dei tempi, intrecciandosi indissolubilmente con la dura vita dei tonnaroti, i pescatori di tonno. Questi canti, dal fascino arabeggiante, non sono semplici melodie, ma vere e proprie preghiere e riti propiziatori che scandiscono il ritmo della mattanza, il momento culminante della pesca del tonno.

Un Dialogo tra Solista e Coro

Le Cialome assumono la forma di un canto responsoriale, dove la voce di un solista, il cialomatore, guida il coro dei pescatori. Mentre i tonnaroti tirano le reti a bordo delle Muciare, le nere barche utilizzate per la mattanza, la loro voce si alza potente, unendosi in un canto corale che risuona nell’aria carica di tensione e attesa.

Prima, Durante e Dopo: I Momenti delle Cialome

Le Cialome accompagnano i tonnaroti in ogni fase della pesca del tonno. Prima della mattanza, invocano la protezione divina e propiziano la buona sorte. Durante la mattanza, il loro ritmo cadenzato scandisce i movimenti dei pescatori, infondendo loro forza e coraggio. Dopo la mattanza, celebrano la vittoria sulla preda e il successo della pesca.

Aja Móla: Il Grido Unisono della Mattanza

Quando i tonnaroti iniziano a issare le reti di fondo dalla camera della morte, il solista intona la prima cialoma, un canto che dà il via al rituale della mattanza. Al suo grido, “Aja móla, aja móla!”, il coro risponde con un potente “Aja móla!”, creando un’eco sonora che risuona nell’aria e carica l’atmosfera di solennità e commozione.

Le Cialome: Un Patrimonio da rievocare e valorizzare

Le Cialome rappresentano un patrimonio culturale inestimabile della Sicilia, un’espressione autentica della tradizione marinara e della devozione popolare. La loro bellezza struggente e la loro carica emotiva ci trasportano in un mondo lontano, fatto di fatica, coraggio e profonda connessione con il mare. Preservare e valorizzare questi canti significa custodire un tesoro prezioso che racconta l’anima della Sicilia e la sua storia millenaria.

Esistono diverse registrazioni di Cialome online e nei centri culturali siciliani. Ascoltarle permette di cogliere appieno la loro bellezza e la loro intensità emotiva.

Estratto da un brano dei canti della tradizione marinara

Il testo completo del canto dei tonnaroti

Aiamola e vai avanti/ Aiamola, aiamola/

Aiamola, aiamola/ Aiamola, aiamola/

Gesù Cristu cu li Santi/ Aiamola, aiamola/

Aiamola, aiamola/ Aiamola, aiamola/

E lu Santu Salvaturi/ Aiamola, aiamola/

E criasti luna e suli/ Aiamola, aiamola/

E criasti tanta genti/Aiamola, aiamola/

Virgini Santa parturienti/Aiamola, aiamola/

Virgini Santa parturiu/ Aiamola, aiamola/

Fici un figghiu comu a Diu/ Aiamola, aiamola.

 

E assumma ‘u corpu/ ‘Gnanzù/

San Cristofaru/ ‘Gnanzù/

granni e grossu/ ‘Gnanzù/

‘su purtava/ ‘Gnanzù/

Gesù addosso/ ‘Gnanzù/

‘su lu figghiu/ ‘Gnanzù/

di Maria/ ‘Gnanzùùùùùù/

‘su Maria/ ‘Gnanzù/

Maddalena/ ‘Gnanzù/

‘su di Grazia/ ‘Gnanzù/

Fustivu prera/ ‘Gnanzù/

‘su di grazia/ ‘Gnanzù/

‘ncurunata/ ‘Gnanzù/

‘mmaculata/ ‘Gnanzùùùùù, ‘gnanzùùùùùù.

 

E lina, lina/ lina,lina/

E lina, lina/ lina, lina/

Chi beddi occhi teni/ ‘a signorina/

chi beddi occhi teni/ ‘a signorina/

E lina, lina/ lina,lina/

E lina, lina/ lina, lina/

Chi beddi cosci teni/ ‘a signorina/

chi beddi cosci teni/ ‘a signorina/

E lina, lina/ lina,lina/

E lina, lina/ lina, lina/

E ci la ramo ‘o rais/ ‘a signorina/

e ci la ramo ‘o rais/ ‘a signorina/

e sia biniritto lu nome di/ Gesù!

 

Diverse associazioni e il FAI hanno immaginato diversi progetti di valorizzare per rendere fruibile la struttura della tonnara di Avola realizzando un museo dedicato alla storia della tonnara e alle tradizioni marinare, con spazi espositivi all’interno degli edifici e percorsi didattici all’aperto.

Se ti appassionano i luoghi legati alle tradizioni marinare e alla trazione della lavorazione del tonno potresti assaporare i luoghi della tonnara di Vendicari e della Tonnara di Portopalo di Capo Passero che hanno avuto un ruolo importante nelle rotte legate alla pesca del tonno e per le storie legate alla vita della mattanza. 

La tonnara di Avola è una delle numerose tonnare, oggi dismesse, che si trovano in questa zona. Nelle vicinanze si trovano anche le tonnare di Vendicari, Marzamemi, Capo Passero e Santa Panagia. Questo ci dà chiara testimonianza di una fiorente attività legata alla pesca del tonno e del pesce azzurro.

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