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Cosa Vedere a Scicli

Scicli: la Vigata di Andrea Camilleri

“La città di Scicli sorge all’incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini…” (Elio Vittorini, Le città del mondo).
Scicli, deliziosa cittadina del ragusano, con circa 26.000 abitanti, deve il suo fascino alla sua posizione: sorge infatti, come osserva Elio Vittorini, proprio nel punto in cui le tre strette valli, dette cave, di Modica, di Santa Maria La Nova e di San Bartolomeo confluiscono aprendosi in una vasta pianura che raggiunge il mare a sud di Modica e Ragusa. Insieme alle altre sette cittadine tardo barocche del Val di Noto, dal 2002 Scicli fa parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Le Origini: Cenni Storici

Scicli centro storico

La presenza umana nel territorio di Scicli, come attestano i reperti archeologici del sito di Grotta  Maggiore, risalgono ad un periodo fra l’età del rame e l’età del bronzo antico.

I resti di un abitato greco presso la foce del fiume Irminio presuppongono almeno contatti con I greci, mentre nel III sec a.C.  Scicli, sotto il dominio romano, diventa città decumana, sottoposta cioè al tributo della “decima”, Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente  Scicli passò ai bizantino , come attesta l’insediamento tardo bizantino del VII secolo sito in località Castellaccio, e l’insediamento rupestre probabilmente bizantino e medievale in località Chiafura, favorito senza dubbio dalla caratteristica conformazione del territorio con la presenza di cave e grotte carsiche.

Non si sa molto di Scicli nel periodo arabo, mentre è noto che nel 1091 la città passò sotto il dominio normanno di Ruggero d’Altavilla. Successivamente la sua storia segue quella della Sicilia, per cui Scicli  passò prima sotto la dominazione Angioina,mal tollerata, poi sotto quella Aragonese in cui si formò la contea di Modica. Scicli fece parte della Contea e ne seguì le sorti sotto i Mosca, i Chiaramonte , i Cabrera,  gli Enriquez -Cabrera.

Il Volto Tardo-Barocco di Scicli

Distrutta dal terremoto del 1693, negli anni successivi la città venne ricostruita in quello stile tardo-barocco che caratterizza gli edifici del Val di Noto, che sono diventati Patrimonio Unesco. Se vuoi conoscere ed ammirare i gioielli architettonici di Scicli, una buona idea è quella di fare una passeggiata a piedi lungo la via Mormino Penna, un tempo corso San Michele, nel cuore del centro storico.

Questa strada pedonale dalle basole dorate è considerata una delle più belle vie della Sicilia e rappresenta il cuore tardo-barocco di Scicli. Su questa via elegante e intima,oltre a negozi di souvenir e ristoranti all’aperto, si affacciano, come in una fiaba settecentesca, splendide chiese ed eleganti palazzi in pietra dorata, la tipica pietra locale.
In una sontuosa sfilata, fanno bella mostra di sé la chiesa di Santa Teresa, con la sua tipica finestra quadrilobata, e la chiesa di San Michele con la facciata attraversata da due colonne corinzie, entrambe con gli annessi conventi. La via Mormino Penna ospita il Palazzo Comunale, il celebre Commissariato di Vigata nella fortunata serie cinematografica del Commissario Montalbano, costruito nel ‘900 al posto del Monastero delle Benedettine, ed anche la contigua chiesa di San Giovanni. Questa è una meraviglia dell’arte barocca: la sua facciata alterna movimenti concavi e convessi sottolineati da doppie colonne che, insieme alla scalinata, le conferiscono slancio e grandiosità. La chiesa, di pianta ovale, ospita il Crocifisso di Burgos, un dipinto raro e affascinante di provenienza spagnola. In questo dipinto potrete ammirare il corpo del Cristo stranamente coperto, dal bacino fino alle caviglie, da una veste bianca, con chiari riferimenti ad una scultura lignea del secolo XIV, venerata in Spagna nella chiesa madre di Santa Maria di Burgos. Un fascino suggestivo e raffinato esercitano, lungo la via Mormino Penna, eleganti edifici tardo-barocchi come palazzo Spadaro, palazzo Bonelli-Patanè e palazzo Papaleo.
Un’altra tappa importante nella visita di Scicli è senz’altro Piazza Italia, la più grande e più importante piazza della città, su cui si affaccia la Chiesa Madre. Questa, ricostruita dopo il terremoto, presenta una facciata molto elegante nelle sue quattro statue e decorazioni con teste di putto e motivi fogliacei che abbelliscono i due ordini. L’interno, a pianta basilicale, a tre navate molto decorate con stucchi e affreschi, ospita la statua della Madonna delle Milizie che, secondo la leggenda, intervenne con il suo cavallo bianco in aiuto dei cristiani contro i saraceni nella decisiva battaglia del 1091. L’ultimo Sabato di Maggio di ogni anno potrai assistere alla rievocazione della battaglia delle Milizie in una partecipata festa popolare con la partecipazione di personaggi che sfoggiano splendidi costumi d’epoca. In tale circostanza potrai peraltro avere l’opportunità di gustare il tipico dolce sciclitano a forma di turbante, ripieno di crema pasticcera o di ricotta, che prende il nome di “Testa di turco”.
Poco distante dalla Chiesa madre, puoi ammirare l’architettura civile più imponente ed interessante della città: il palazzo Beneventano. Ricostruito verso la metà del Settecento. è considerato uno dei palazzi tardo-barocchi più belli di Sicilia, famoso per le sue fantastiche decorazioni. La particolare posizione scenografica del palazzo dà risalto al possente cantonale che unisce i due prospetti, costituito dall’alternanza di bugne lisce e bugne diamantate. I prospetti del palazzo sono decorati da eccezionali mascheroni a forme di teste di moro caratterizzati da espressioni irriverenti e spaventose. I mascheroni dei mensoloni che reggono i balconi hanno le sembianze di aggressivi animali fantastici. Per la magnificenza e l’abbondanza delle sue decorazioni palazzo Beneventano merita di essere considerato un capolavoro dell’architettura tardo-barocca.

Nei Dintorni di Scicli

Nei dintorni di Scicli

Oltre che per il suo peculiare patrimonio architettonico tardo-barocco, Scicli è nota per il quartiere rupestre di Chiafura caratterizzato da abitazioni scavate nella roccia di rara suggestione, in uso fino al 1961 e che ricordano il contesto dei Sassi di Matera. Con queste parole le descrive Pasolini, che le visitò nel 1959 insieme a Carlo Levi, Renato Guttuso e altri intellettuali: “Sopra le ultime casupole di pietra della cittadina, si sale una specie di montagna del purgatorio, coi gironi uno sull’altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre o dei cartelloni di film alle pareti di sassi, e lì vive ammassata, qualche volta col mulo”.

 

Per scoprire gli eventi e le manifestazioni culturali che animano Scicli, visita la nostra pagina dedicata agli Eventi a Scicli. Immergiti nelle tradizioni locali e vivi esperienze uniche!

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