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DESCRIZIONE

Tonnara di Vendicari

 

La pesca del tonno a Vendicari è documenta sin dall’antichità, e questa continuità di utilizzo è testimoniata dai resti dell’impianto di periodo ellenistico e dalle vasche per la produzione del garum, la salsa liquida di interiora e pesce salato, molto apprezzata dagli antichi Romani.
La Tonnara di Vendicari, detta anche impropriamente Bafutu, ossia anticamente del capo Bojuto, era una tonnara di ritorno, dove cioè la pesca avveniva dopo che i tonni avevano deposto le uova.
Essa è storicamente attestata dal 1655, quando il re Filippo IV d’Austria la vendette a Simone Calascibetta, giudice della regia corte di Palermo, divenuto Barone con l’acquisto delle tonnare. La vendita riguardava anche altre tre tonnare della costa del siracusano, Marzamemi, Fiume di Noto e Santa Panagia.
Dalla seconda metà del 1600 le tonnare della Sicilia orientale vennero date in gabella alla famiglia Nicolaci dei Principi di Villadorata. La famiglia Nicolaci esercitò la pesca a Vendicari fino a Metà dell’800, a causa degli aumenti dei dazi doganali, della concorrenza della pesca nei paesi Iberici e di un calo del pescato.
Nei primi anni del ‘900 la passa dei tonni ebbe una ripresa e l’attività della tonnara acquistò nuovo vigore. La famiglia Nicolaci, avendo trascurato l’attività della tonnara di Vendicari a favore di quella più produttiva di Marzamemi, si vide prescritto il proprio diritto con la conseguente estinzione dello stesso.
Nel 1914 la Tonnara di Vendicari venne data in concessione trentennale al nobiluomo Antonino Modica di San Giovanni Munafò, già proprietario delle saline e dei caseggiati di Vendicari. Sulla scia di quanto stava accadendo in altre tonnare siciliane, un esempio è quella dei Florio a Favignana, egli avviò un processo di innovazione con una concezione più industriale della commercializzazione del tonno, per rimanere al passo con il fermento economico che accompagnava la “Belle Epoque” nella prima metà del ‘900.
Partendo dalla bonifica della zona infestata dalla malaria, nel 1920 investì ingenti somme nella costruzione di un vasto e moderno stabilimento per la lavorazione del tonno sott’olio, dominato dalla maestosa ciminiera. Il nuovo stabilimento era dotato delle più moderne attrezzature per la cottura e l’inscatolamento del pescato, che permisero l’immissione sul mercato di un prodotto di alta qualità, come dimostrano i riconoscimenti ottenuti, le medaglie d’oro vinte nel 1926 all’ Esposizione internazionale generale di Parigi in Francia,a Fermo e a Porto San Giorgio, nelle Marche. Egli migliorò anche le condizioni di vita dei lavoratori della Tonnara costruendo nuove abitazioni e magazzini e persino una scuola . Anche questa nuova e fiorente stagione della Tonnara non fu priva di difficoltà dovute prevalentemente alle importanti variazioni cicliche nella quantità del pescato. Inoltre le due Guerre mondiali provocarono, danni alle strutture nella prima, e saccheggi durante lo sbarco degli alleati nella seconda; avvenimenti che fatalmente portarono alla chiusura definitiva della Tonnara di Vendicari nel 1944.
Fortunatamente parecchio materiale amministrativo, fotografie, altri cimeli e alcune attrezzature della fabbrica vennero portate nel 1944 a Villa Casale Modica di San Giovanni dove oggi gli Eredi di Antonino Modica mantengono più che mai attiva l’Azienda agricola ed hanno allestito il “Museo Storico della Tonnara di Vendicari” rara testimonianza giunta ai nostri giorni con ricordi a memoria d’uomo.

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